Bufala: Facebook ha cambiato privacy causa della nuova app grafico


Anche le bufale "devono" tenersi al passo coi tempi. E' il caso dell'ultima che sta girando da qualche settimana su Facebook e dedicata alla presunta protezione della privacy degli utenti. Nei post si spiega che il social network ha realizzato una "nuova app grafico" e per questo motivo tutti possono vedere le nostre foto, like e commenti (compresi gli utenti di altri paesi). In particolare si legge testualmente nei post:

"A tutti i miei CONTATTI : Facebook ha cambiato le impostazioni della privacy, ancora una volta! A causa della nuova "app grafico" chiunque (compresi gli altri paesi) può vedere le tue foto, simpatie e commenti. Per le prossime 2 settimane pubblicherò questo messaggio, per favore eseguite le seguenti operazioni ed alla fine commentate, FATTO! Quelli di voi che non manterranno le mie informazioni private, se non per l'opinione pubblica, sarò costretto ad eliminarlo ! vogliono rimanere in contatto con voi in privato. Che possa pubblicare le foto di familiari e amici, senza che estranei possano accedervi! Questo accade quando gli amici cliccano su "Mi piace" o "commenti" .... i loro amici possono vedere automaticamente anche i nostri messaggi. Purtroppo non siamo in grado di modificare noi questa impostazione perché Facebook ha configurato cosi. Si prega di mettere il mouse sopra il mio nome (senza cliccare), si apre una finestra. Ora spostare il mouse in "Amici" (ancora senza cliccare), poi "Impostazioni", (adesso clicca ) e nella lista. Deselezionare "grandi eventi" e "Commenti e mi piace". Così, il mio lavoro tra i miei amici e la famiglia, non e reso pubblico. Ora, copia e incolla questo nella tuo muro (eye!: COPIA ED INCOLLA, NO CONDIVIDI"). Una volta che lo vedrò pubblicato sul tuo muro, io farò lo stesso con te."


In realtà non è cambiato nulla. Si tratta della vecchia bufala sulla privacy degli amici di Facebook, con cui si limitano gli aggiornamenti che si ricevono dai propri amici. Il testo è stato "aggiornato" dopo l'annuncio da parte di Facebook della versione beta del motore di ricerca Graph Search (e non 'app grafico'). Facebook ha rassicurato gli utenti preoccupati della loro privacy che bisogna gestire dal proprio account.

Bufala: Carabinieri lasciano auto in sosta per comprare dei pasticcini


Da qualche giorno un video pubblicato su YouTube sta registrando centinaia di migliaia di visualizzazioni. Nel video, chiamato "Operazione Pasticcini: FAVORISCA I DOCUMENTI. ADESSO BASTA...", si vede una Fiat Grande Punto dei Carabinieri in sosta su un marciapiede in prossimità d'un incrocio con semaforo e in controsenso, accanto ad una pasticceria a Cavenago Brianza, nel milanese. Dalla pasticceria di via 24 Maggio si vedono uscire tre carabinieri che salgono in auto con in mano un pacchetto. Secondo l'autore del video i militari avrebbero acquistato dei pasticcini.

Morta la piccola Sofia, ma non è la bimba vista in puntate delle Iene


Da qualche ora sta girando su alcune pagine Facebook e siti web una tragica notizia riguardo la morte della  bambina di nome Sofia che era in cura con il protocollo medico della Stamina Foundation Onlus del professore Davide Vannoni, e che tutti hanno imparato a conoscere in questi mesi dopo il servizio della trasmissione televisiva "Le Iene Show" in onda su Italia 1. Nei post corredati da foto (uno di questi conta 2749 condivisioni e 2964 "Mi Piace") si legge testualmente:

"SOFIA NON CE L'HA FATTA...ORA E' INSIEME ♥ ♥ AD ALTRI ANGIOLETTI LASSU' NEL CIELO ♥"
  
oppure: 

"La piccola Sofia è morta. La bimba è stata sconfitta dalla Sma1, grave malattia degenerativa. Le Iene se ne erano occupate..."


In realtà, senza ridurre la drammaticità della notizia, non si tratta della piccola Sofia De Barros di Firenze, vista nelle tante puntate de "Le Iene" ma, come riporta l'Adnkronos, di Sofia Pirisi di Civitavecchia, una bimba che l'8 aprile scorso aveva vinto un ricorso in tribunale per accedere all'iniezione di staminali d'urgenza a Brescia secondo il metodo Stamina. La piccola però è morta lo scorso 2 giugno, senza essere riuscita a ottenere la cura. Lo "sbaglio" ha provocato una valanga di condoglianze... ma alla famiglia sbagliata!

Anche "Le Iene" hanno provveduto a chiarire l'equivoco tramite Facebook: "Da qualche ora rimbalza sul web - si legge in un post - la notizia che sarebbe morta la piccola Sofia di Firenze, in cura con le staminali del metodo Stamina a Brescia. In realtà Sofia De Barros, di cui ci siamo occupati e a cui ci siamo affezionati nei mesi scorsi, sta bene e sarà a Brescia per la seconda infusione di staminali il 10 giugno, con un po' di ritardo rispetto ai programmi, ma in discrete condizioni di salute assicurano Guido e Caterina, il papà e la mamma della bimba di Firenze. Purtroppo la brutta notizia è che invece non ce l’ha fatta un'altra piccola Sofia, Sofia Pirisi, una bimba di Civitavecchia, colpita da atrofia muscolare spinale di tipo 1, la cui famiglia aveva vinto il ricorso per accedere alle terapie con le staminali del metodo Stamina l'8 Aprile scorso (...) 

Bufala: bambini trovati morti senza organi in Honduras, fatela girare


Continua a girare da mesi su alcuni siti Web e su Facebook (con oltre 75.000 condivisioni) una notizia corredata da una foto, dove si dice che alcuni bambini sarebbero stati trovati morti senza organi in Honduras, uno dei Paesi considerati tra i più violenti al mondo. Infatti l'ultimo rapporto pubblico sulla violenza registra 85 omicidi ogni 100mila abitanti. Come scrive Radio Vaticana, il Paese vive una situazione di violenza, in gran parte causata dallo scontro fra bande criminali. Nel post si legge testualmente:

"Bambini trovati morti senza organi in honduras che vergogna fate girare questa notizia sperando che qualcuno intervenga al più presto. Vi prego di fermare questa carneficina . Nessun telegiornale comunica queste notizie, perché gli organi prelevati vanno alle persone che contano vergognatevi"


In realtà, come scrive Roberto Codazzi sul suo blog, la foto non corrisponde all'Honduras, bensì a Gaza e i bambini non sono morti per l'espianto degli organi ma a causa di un bombardamento isreaeliano nel novembre 2012 (qui la notizia di Reuters), durante la cosìddetta "Operazione Colonna di nuvola". La verifica è stata possibile grazie a Google Images che permette di cercare le immagini partendo da una foto (qui tutte le immagini). Come riporta Effedieffe, la foto appartiene al reporter Mohammed Salem di Reuters.