Dopo il vile attentato Brindisi, dove un uomo avrebbe fatto esplodere un ordigno davanti alla scuola Morvillo Falcone, provocando la morte della 16enne Melissa Bassi e il ferimento di altre cinque studentesse, si discute sull'eventualità di presunte manomissioni della scena del crimine. In particolare, tra i tanti post che girano su Facebook, vien messa a confronto una foto successiva all'esplosione con il fermo immagine tratto da un video del Corriere. Nella prima gli alberi sono intatti, nel fermo immagine sono tagliati.
E' ovvio che gli alberi sono stati tagliati dai vigili del fuoco per far spazio agli artificieri che cercavano tracce della bomba e per ulteriori rilievi della Polizia Scientifica. Noi abbiamo trovato una foto a tal proposito e ve la proponiamo qui di seguito.
In un video su YouTube, che spiegherebbe cosa sarebbe esploso a Brindisi, viene mostrato nella ricostruzione il cassonetto posto d'innanzi alla scuola e la cui immagine è stata presa da Google Maps. Collegandoci a Google Street View vengono mostrate le immagini 3D.
In realtà tali immagini sono state scattate nel febbraio 2009 e, come leggiamo sul sito del Tg1, il cassonetto per la raccolta differenziata è stato trovato in una posizione diversa, nella zona dove gli studenti si radunano la mattina in attesa della campanella. Solitamente non si trovava infatti davanti alla scuola ma era ad una cinquantina di metri di distanza e dunque verosimilmente non nella posizione indicata in foto.
Le indagini sono ancora in corso e dunque sebbene esista una "versione ufficiale" non è detto che questa venga smentita successivamente dagli inquirenti. Sin da subito si è parlato di tre bombole di gas, occultate all’interno di un cassonetto, che sono state fatte esplodere mediante un timer regolato alle 7.45. Molti sono coloro che forniscono delle spiegazioni più o meno scientifiche.
A questo proposito, vi consigliamo la lettura dell'attentato fornita da Danilo Coppe in un'intervista al Sole 24 Ore. Coppe, 48 anni, consulente dei carabinieri del Ris, è uno dei massimi "esplosivisti" italiani, consulente degli investigatori per le stragi in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino a Palermo e quella di Piazza della Loggia a Brescia.
"Che idea si è fatto sull'attentatore di Brindisi?
[...] Sono convinto che i tre cilindri delle bombole fossero vuoti. Se ci fosse stato il Gpl, l'esplosione avrebbe annerito e bruciato tutto quello avrebbe trovato nel raggio di cento metri, uomini e donne compresi.
Dunque era un ordigno depotenziato?
Non solo per via dei contenitori vuoti, ma perché sono stati innescati male. Intorno alla scuola ci sono tantissime tracce di alluminio, un additivo che si usa per gli esplosivi fatti in casa [...]". A questa pagina l'intervista completa.
Nessun commento:
Posta un commento