Donatella Galli su Facebook contro meridionali? Lega annuncia querele


La Rete e Facebook si sta scatenando contro Donatella Galli, consigliere della provincia di Monza e Brianza, dopo la presunta pubblicazione di un post con foto sul proprio profilo Facebook. Sulla bacheca della propria Timeline, l'esponente leghista avrebbe pubblicato una cartina satellitare dell'Italia priva però, della zona meridionale. A corredo dell'immagine un commento : "Forza Etna, Forza Vesuvio, Forza Marsili !!!" Quella frase le costò in primo grado la condanna a venti giorni di reclusione (pena sospesa), con l'accusa di diffondere "idee fondate sulla superiorità razziale ed etnica".


Questa foto è stata subito ripresa da vari blog, siti Web e FB, in cui la Galli avrebbe postato: "Il satellite vede bene, difendiamo i confini…". In realtà non è proprio così. A condividere il post non sarebbe stata la Galli, in quanto l'immagine del profilo che s'intravede è diversa da quella del suo commento. La Galli ha nel frattempo ha sostituito la foto del suo profilo, come si vede dalla copia cache di Google del 7 novembre 2012.


Dunque potrebbe non essere stata lei a pubblicare la foto, sebbene avrebbe commentato. Galli ha poi detto di aver "postato quella frase all'interno di un gruppo privato di amici sulla sua bacheca Facebook" ed era stata solo "una boutade". In un comunicato stampa firmato dal segretario nazionale della Lega Nord-Lega Lombarda, Matteo Salvini, si annunciano querele a raffica: "Essendo già risaliti ad alcuni degli autori di queste squallide falsificazioni, annunciamo fin da oggi che chiederemo risarcimenti per centinaia di migliaia di euro, che verranno poi devoluti in beneficenza". Aggiornamento: "Il fatto non sussiste".

Con questa formula è stata assolta oggi, 14 novembre 2018, dalla Corte d'Appello di Milano l'ex consigliera provinciale di Monza in quota Lega Nord, Donatella Galli, che era stata condannata in primo grado a venti giorni di reclusione per aver pubblicato su Facebook nel 2012 un post con su scritto "Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili", augurandosi "una catastrofe naturale nel centro-sud Italia". Era stato il presidente della Ottava Municipalità di Napoli a presentare la denuncia, dando origine all'inchiesta terminata con la condanna in primo grado a Monza nel marzo 2017.


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