Fotografo Fabrizio Corona tenta suicidio in carcere, ma è una bufala


In cella con la bocca e il naso coperti di cerotti. Così sarebbe stato trovato Fabrizio Corona in carcere. A riportare la notizia è il settimanale "Oggi" che ha parlato di un possibile tentativo di suicidio da parte dell'ex fotografo dei vip. Corona sarebbe stato ricoverato nell'infermeria del carcere di Opera, Milano, dove si trova detenuto il 19 ottobre scorso. Il personale medico lo avrebbe soccorso estraendo i cerotti, medicando le ferite provocate dagli stessi e sedandolo. Secondo quello che avrebbero raccontato i familiari Corona soffrirebbe molto in carcere e non avrebbe ancora accettato la condizione in cui è costretto a stare. 

In realtà, è lo stesso Fabrizio Corona, tramite il fratello Federico ospite della trasmissione Iceberg in onda su Telelombardia, a smentire le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni circa un suo tentativo malriuscito di suicidio. "Non ho mai tentato il suicidio, mai mi è passato per la testa e la sera del 19 ottobre ero beato nel mio letto di acciaio con il materasso di spugna rotto. Nessuno mi ha mai scattato una fotografia, specie in un carcere duro e serio come questo". Anche i familiari e gli avvocati di Fabrizio Corona hanno smentito categoricamente la notizia del tentato suicidio pubblicata il 27 novembre scorso dal settimanale "Oggi".

Il fratello Federico ha chiesto una rettifica al periodico e scrive al direttore di Oggi: "Caro Brindani, ti devi vergognare per quello che hai scritto perché ho un figlio di 11 anni che va a scuola, dove i compagni e le maestre parlano e lui non ha colpe. Ha già sofferto troppo e non ne vuole sapere nulla di queste falsità. Ti devi vergognare perché ho una madre che soffre e piange da nove mesi, e non sta bene perché ha perso la persona che amava. Tutte le notti si alza e piange ed così fragile che potrebbe credere a una cazzata come quella che è stata riportata sul tuo giornale". I familiari minacciano azioni legali nei confronti dei responsabili della pubblicazione.

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