Bufala: sacerdote fa sesso con 600 donne e ha venti figli a Bergamo


Don Carlo Scala, 55 anni, sacerdote nella parrocchia di San Giovanni a Bergamo, sarebbe stato scoperto dal marito di una delle donne con cui il prelato avrebbe avuto approcci sessuali. Durante i giorni di confessione nello studio del prete si sarebbero consumati abusi e incontri di sesso sfrenato con le sue parrocchiane. Dalle indagini sarebbe emerso che don Carlo Scala sarebbe padre di oltre venti figli e avrebbe avuto rapporti con oltre 600 donne tra Milano e Bergamo. Qualcuno sosterrebbe che Papa Francesco sarebbe a conoscenza di tutto ma per non sollevare scandali farebbe finta di niente.

Come si legge su Il fattoFatti dal web e Giph: «Don Carlo Scala 55 anni,  vive a Bergamo ormai da quattro anni, sacerdote nella Parrocchia di San Giovanni, qualche giorno fa è stato beccato dal marito di una delle sue vittime, infatti era proprio durante i giorni di confessione che nel suo studio si consumavano abusi e incontri di sesso sfrenato con le sue parrocchiane (...) Purtroppo Maria non è la sola donna che ha avuto relazioni di natura sessuale con don Carlo, anzi dopo la denuncia di Maria, si sono fatte avanti tante altre giovani donne che erano state sedotte dal Parroco, tra queste molte sono rimaste gravide e hanno dato alla luce dei bambini che altri non sarebbero se non i figli di don Carlo Scala.»

«Questo il racconto di Claudia che all'epoca aveva solo 18 anni, e oggi è madre di un figlio di 22, Giovanni, che non sa chi in realtà sia suo padre: "La mia relazione con questo sacerdote è durata più o meno un anno e mezzo, iniziata perché io ero in crisi profonda a causa della mia famiglia. Ero sprofondata in una depressione da cui non riuscivo ad uscire. Ho conosciuto questo sacerdote, giovane e bello che all'inizio mi ha aiutato dal punto di vista spirituale e mi è stato molto vicino, nel senso più puro del termine (...)" In seguito a questi racconti sono partite le indagini da parte della autorità locali, e si è scoperto che don Carlo Scala è padre di oltre 20 figli e ha avuto rapporti con oltre 600 donne tra Milano e Bergamo.»


«La cosa che non tutti sanno, e che la Chiesa tiene a non far trapelare, è che alle madri dei suoi figli è stato dato un buon lavoro, grazie anche alla fitta rete di "amicizie e conoscenze” del giovane parroco, e a tutti i suoi figli è stata data una ottima istruzione e ad oggi occupano ruoli di prestigio tra le amministrazioni pubbliche, i più giovani invece vanno a scuola o all’università. Alle domande che sono state poste ai rappresentanti del Vaticano, nessuno ha dato risposta, qualcuno sostiene anche che Papa Francesco sia a conoscenza di tutto ma per non sollevare scandali e infangare il nome della Santa Romana Chiesa, faccia finta di nulla, così che don Carlo Scala continui a mietere vittime.»

Se si effettua una ricerca su Bergamo News o L'Eco di Bergamo non si trova alcun sacerdote con quel nome. In realtà, si tratta d'una bufala che però riprende una vicenda raccontata da Affari Italiani nell'ottobre 2015 e ripubblicata poi da altre testate. Radio Cusano Campus ha raccolto la testimonianza di Claudia, una donna che ha accusato un prete e parlato della sua relazione durata due anni: "è un vero e proprio predatore sessuale". Il racconto di Claudia è accurato: "Questo sacerdote in quel momento era un punto di riferimento nella mia vita (...) Per fare sesso spesso (...) andavo nel suo studio.". La storia però termina: "Quando ha trovato un'altra preda - racconta Claudia - mi ha lasciato dicendomi che si stava innamorando di me".

Si tratta del 48enne ex parroco della chiesa di San Lazzaro, a Padova, travolto nel dicembre 2016 da un scandalo sessuale e poi denunciato per abusi sessuali da alcune parrocchiane. Nei suoi confronti a febbraio scorso il vescovo di Padova ha avviato la procedura per la "sospensione a divinis in attesa di approfondire i termini che possono portare alla dimissione dallo stato clericale". Come scrive Famiglia Cristiana, è stato Papa Francesco a "incoraggiare" il vescovo "a essere forte nel portare questo impegnativo e doloroso momento della vita della nostra Chiesa padovana". La storia della "canonica a luci rosse", oltre al prelato padovano, ha coinvolto anche un altro sacerdote diocesano ed è diventata recentemente un caso nazionale.


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